sabato 16 marzo 2013

La storia di Samurai (58)

Sopra, una foto di Townsend Harris
Sotto, le figure di Harris e la sua servitrice

Nave nera (3)

Il permesso dell’Imperatore, pero, non era rilasciato, perché l’Imperatore Komei era un uomo piuttosto contro ad aprire la porta della nazione. Perciò lui ha imposto a Ii una condizione di ottenere l’approvazione di tutti i Daimyo prima di negoziare il trattato con Harris.
Per obbedire all’Imperatore, ma, c’è stato un grave ostacolo per Ii.

Vorrei spiegare un po’ di sua situazione allora.
Come ho scritto nella sezione della “Storia di Samurai (43)”, il governo shogunato era consistito principalmente di Daimyo di Fudai e Shinpan. Tuttavia, il primo ministro era scelto sempre fra i Daimyo di Fudai, invece quelli di Shinpan servivano quasi come un consulente, cioè non toccavano la politica direttamente. Questo pero, non voleva dire che loro potere era debole. Soprattutto, il signore del feudo Mito (uno di tre famiglie importanti), chiamato Nariaki era un forte sostenitore di “Sonnoh Joui” e si piantava davanti a Ii che voleva aprire il Giappone. In questa congiuntura, era ovviamente impossibile di ottenere l’approvazione di tutti i Daimyo.
Alla fine, Ii ha deciso di concludere il trattato con Harris, senza il permesso dell’Imperatore.
L’imperatore Komei ne ha saputo dopo e molto arrabbiato naturalmente, quindi, ha scambiato segretamente la lettera con Nariaki per escludere Ii dal governo.
Proprio in questo momento, è successo un altro problema nel governo, cioè quello del prossimo Shogun. Come ho già scritto, Shogun Iesada era l’uomo debole sia fisicamente sia mentalmente e non era strano se lui morisse anche domani.
Ii ha raccomandato fortemente Yoshimochi (figlio del signore a Kishu) al successore, invece Nariaki l'ha voluto far succedere a uno di suoi figli, chiamato Yoshinobu, che era adottato dalla famiglia Hitotsubashi, un discendente di un figlio di Yoshimune, ottavo Shogun. Perché, questo Yoshinobu è stato famoso come un ragazzo molto saggio e intelligente da piccolo.
Ii ha vinto in fine a questa lotta, e Nariaki era ordinato di chiudersi in casa, perché lui è andato al castello per protestare di ciò nel giorno fuori di suo servizio. (All’època, era stabilito il giorno di servizio nel castello per ogni Daimyo, e se uno avesse violato questa regola, era punito.)
Dopo di che, Ii, per escludere tutti gli elementi dissidenti, ha cominciato a eseguire una rigida disciplina cosiddetta “del sangue”. Per lui, che sapeva il potere americano, non era possibile diventare “un puro nazionalista” come quelli che gridavano semplicemente “Sonnoh Joui”. Infatti, si può dire che quello che lui ha fatto era inevitabile, ma da un certo punto di vista, era anche vero che erano perse tante vite degli uomini molto capaci e promettenti coinvolti nella tempesta di quest’avvenimento sanguineo.