venerdì 9 dicembre 2011

Intervallo (7) La concezióne della vita e della morte dei giapponesi

Leggendo il modo di vivere (o di morire) di Nyudo di Akashi, sono stata molto impressionata. Non so come Voi avete pensato, ma suppongo che quasi tutti i lettori avranno avuto il dubbio così;
Ma come mai lui è andato alla montagna da solo?  La sua nipote ha sposato il prìncipe ereditàrio e ha dato alla luce un bambino. Allora Nyudo poteva venire a Kyoto e vivere con la sua famìglia feliceménte. Facendo così, lui avra visto anche il suo pronipote ed inóltre, se fosse stato fortunato, avrebbe potuto anche vedere un giorno questo bambino a nome del prìncipe ereditàrio. Però lui, abbandonando tutta questa felicità eventuale, ha scelto di stare da solo fino alla fine. E' strano.....Perché?
Per primo, anch'io ho pensato così. Come ho già scritto qualche volta, a questa època c'erano tanti uòmini che volevano diventare mònaci prima di morire. Perché loro speravano di rinascere nel "Mondo puro di assoluto àgio" e tutti credevano che pròprio il mònaco era l'essere più adatto per arrivare a questo mondo in tutta l'anima viva. Anche gli uòmini potenti erano uguali, quindì maggioranza di loro, quando si erano ammalati abbastanza seriaménte diventavano mònaci, e poi se guarivano fortunatamé, loro prendevano di nuovo il potére. (Il padrone di Murasaki Shikibu, Fujiwara Michinaga fu veraménte così.)
Perciò, in caso dei nòbili si potrebbe dire che loro diventavano mònaci per la comodità di se stesso.
Ma Nyudo di Akashi, mi sembra che è un po' diverso. Lui non era malato a quel momento, però ha scelto di essere mònaco e vivere da solo. Secondo il comménto di questo romanzo, lui non voleva ostacolare la carrièra di sua nipote. Perché lui aveva paura che il suo stato sociale così basso potesse essere l'impediménto grave per lei.
Mi pare che questo modo di pensare vive ancora nella società nostra.
A propòsito, Voi conoscete il film giapponese titolato "La Ballata di Narayama"?
Questo film è stato tratto da una novella di Shichiro Fukazawa e ha vinto il prèmio "Palme d'Or" alla festa di Cannes in 1983.
L'ambiente è un pìccolo, pòvero e montagnóso villàggio e la protagonista è una donna anziana chiamata Orin. In questo villàggio ci sono stati 3 regolaménti severi da molto tempo.
Uno è "Non deve rubare"
Due è "È permesso solo al primo fìglio di sposarsi"
Tre è "Chi compie 70 anni deve andare a pregare Narayama"
E chi ne viola almeno uno viene punito molto graveménte, perché la gente è forzata di fare la vita autosufficiènte e per placare la povertà ci volevano per forza questi regolaménti. Primo e secondo regolaménto non sarà molto diffìcile da capire, ma per il terzo ci vorrebbe un po' la spiegazióne. Cioè, Narayama è il nome di una montagna e poi, "andare a pregare Narayama" significa "essere abbandonato in Narayama".
Allora, Orin compirà 70 anni l'anno seguente, ma lei sta bene ed è ancora grande lavoratrice. Quindì suo fìglio veraménte non voleva abbandonarla. Però Orin esortava ogni tanto suo fìglio di seguire il regolaménto e gli ha fatto anche vedere i denti anteriori rotti da se stessa furtivaménte. Perché alcuni vicinati le avevano accusato che lei ci ha i denti troppo sani (significa mangia troppo). Alla fine, un giorno di neve, il fìglio va in montagna portando sua madre sulle spalle....
È sicuraménte la storia molto triste e mìsera, ma si sente una strana indifferènza e consolazióne. Perciò non solo il cìnema ma anche la novella stessa ha fatto grande successo. Anche quel famoso autóre Yukio Mishima l'ha elogiata. Nonostante che si tratta di morte, mi pare che questa storia ci domanda il senso di vita.
La morte che si trova in questa novella, naturalménte è molto divèrso da quella di Nyudo, ma mi sembra che ci sia una comunanza nel punto di premurarsi degli altri. Nyudo si nascondeva in una montagna pensando di sua nipote, invece Orin ha voluto andare in montagna pensando della situazióne di suo fìglio. Quindì, anche il caso di Orin si potrebbe dire che è uno esèmpio della concezióne della vita e della morte dei giapponesi.